Costruzioni massive e comfort estivo
di/by C. Gargari
Dip. di Tecnologie dell’Architettura e Design “P.L. Spadolini”, Università di Firenze
Considerazioni Finali
Emerge dallo studio una volontà normativa di privilegiare, almeno nei climi mediterranei, il ricorso a soluzioni costruttive “massive”. Le simulazioni hanno confermato l’incidenza della massa sul comportamento estivo delle pareti, ma le verifiche in regime dinamico hanno dimostrato che altri parametri, come il fattore di attenuazione (fa), non solo concorrono in maniera determinante a definire la risposta della soluzione tecnologica, ma caratterizzano in maniera più precisa la prestazione termica dell’elemento, evidenziando anche una potenziale insufficienza dei 230 kg/mq quale valore limite normativo.
Mancando, ad oggi, qualsiasi indicazione correttiva per il calcolo del bilancio energetico in periodo estivo, e alla luce del recente dibattito sulle Linee Guida per la certificazione energetica, il decreto ad oggi sembra voler validare soluzioni tecnologiche che, in condizioni operative, possono non assicurare il comfort consentendo quindi un controllo solo parziale della riduzione dei consumi per il raffrescamento degli edifici.
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Massa e comfort: necessità di un adeguata capacità termica areica interna periodica
DI C. Di Perna*, F. Stazi**, A. Ursini Casalena**, A. Stazi**
*Dipartimento di Energetica, Università Politecnica delle Marche, Ancona
**Dipartimento di Architettura Costruzioni e Strutture, Università Politecnica delle Marche, Ancona
Considerazioni Finali
È stato effettuato uno studio sperimentale e parametrico che ha permesso di dimostrare come, ai fini del comfort estivo e nelle stagioni intermedie, la soluzione che ottiene i risultati migliori è sempre quella che presenta elevata inerzia termica sul lato interno e caratterizzata da un elevato valore di capacità termica areica periodica interna.
Anche al variare della zona climatica, della destinazione d’uso, della percentuale vetrata e della presenza, o meno, di ventilazione notturna, le soluzioni ad elevata inerzia interna presentano, in estate, temperature superficiali e operanti sempre inferiori rispetto alle soluzioni leggere, con differenze da 1 a 3°C.
Da altri studi, già avviati in parallelo, sugli aspetti igrometrici, di prossima pubblicazione, risulta che le soluzioni ad elevata inerzia termica interna si comportano meglio anche in relazione al rischio di condensa.
È fondamentale pertanto che, nei prossimi/futuri sviluppi normativi, si tenga conto dell’inerzia termica interna introducendo anche la capacità termica areica interna periodica, con i relativi limiti quantitativi.
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